Un
nuovo romanzo della Bruni. Secondo voi me lo lascio scappare? Beh, in
realtà è un vecchio romanzo, uscito un paio di annetti fa cartaceo
e solo ora in ebook. Non conosco le motivazioni dietro a questa
scelta, ma grazie al cielo “Text me” è uscito anche digitale,
perché merita davvero!
Ma
un passo alla volta: siamo in Inghilterra, a Londra, fra college,
tipici pub e pinte di birra.
Walter,
il professor Ferguson, si trova alle prese con un problema nuovo, per
lui: è innamorato di Jude. Lui, etero ogni oltre dubbio, si è preso
una cotta monumentale per Jude, al 100% maschio. Credeva fosse
attratto solo dal suo cervello, fin troppo brillante, ma deve
ammettere che anche il suo corpo non gli dispiace.
Un
bel problema, se si è vissuti per i primi trent'anni della propria
vita da etero. Ma se vi dicessi che questo è il minore dei problemi
per Walter? Sì, perché Jude è un suo studente, neanche ventenne.
Jude
è un giovane genio, uno di quelli che ti fanno sentire una nullità
appena aprono bocca, eppure a Walter questo sembra piacere. Io
personalmente avrei preso a calci nei denti Jude da mattina a sera,
ma se a Walter piace...
–
La
solitudine offre riparo.
–
No,
Knight, sono gli affetti a offrirtelo.
–
Non
ho affetti, prof.
Il
ragazzo non è etero e non è gay. Per come l'ho vista io, è troppo
giovane e troppo asociale per essersi posto il problema della propria
sessualità. Senza contare che Jude non sprecherebbe mai il suo
preziosissimo tempo per qualcosa di così superficiale.
L'intero
romanzo vede Walter bloccato dal suo mantra:
Non
si può, non sta bene.
Non
si può amare un uomo, non si può amare un ragazzino, non si può
amare un proprio studente. Alla fine è proprio questo ultimo scoglio
che lo blocca.
–
Hai
appena detto che sei attratto da questo ragazzo. Insomma, siete
entrambi maggiorenni...
–
Sì,
ma è un mio studente. Non si può, non sta bene... Non è etico.
Non
ha tutti i torti, ma non si può smettere di vivere per l'etica degli
altri. E Jude cerca di farglielo capire, con il suo particolare
metodo da adolescente/genio/asociale. Un continuo tira e molla, un
provocare per poi mandare tutto a quel paese con una frase sbagliata.
Perché Jude è giovane, non sa come comportarsi sia a causa della
sua età, sia per la sua fobia verso tutto ciò che è “sociale”,
e basta un attimo per combinare un casino.
Naturalmente
non posso dirvi come va a finire, ma posso dirvi che nonostante
volessi uccidere Jude, trovo che fra i due protagonisti sia quello
tratteggiato meglio. Ha una personalità particolare ed è stata resa
benissimo. Walter al contrario è dolce e gentile e non è la mia
tipologia preferita di personaggio. Tuttavia si inserisce nel
romanzo, perché anche nella vita di tutti i giorni si incontrano
anime nobili come il professor Ferguson.
Quindi
bella storia, bei personaggi, tutto bellobellobello. E allora qual è
il problema?
Dopo
aver letto “Text me” sono andata a rileggere la recensione che
avevo fatto di “Loves from the world” [RECENSIONE]con Cinderella e avevo annotato lo stesso
errore che c'è in “Text me”: POV ballerino. Il punto di vista
dovrebbe alternarsi fra Jude e Walter, ma in realtà spesso salta da
uno all'altro, con incursioni della sorella di Walter. Stessa cosa
per il tempo (non verbale, ma proprio ciò che succede ora e ciò che
è successo prima): quando uno dei personaggi ricorda cosa passate
non lo si capisce e ci si ritrova a rileggere la stessa frase tre
volte per darle un senso. E questo dall'autrice che avevo lodato per
il suo uso dei flashback!
Inizialmente
pensavo che fosse colpa dell'esperienza: questo romanzo è di qualche
tempo fa e magari la Bruni non aveva ancora aggiustato questo suo
errore nello scrivere. In fin dei conti in “Sette giorni” (edito
Triskell) non ho notato il POV ballerino o il tempo che va su e giù
neanche avesse una DeLorean volante.
Quindi
sì, è qualcosa che va imputato all'autore: un errore, né più né
meno. Tuttavia mi sono resa conto che questo romanzo non è un self.
È stato pubblicato da una CE e quindi editato: errori del genere
sarebbero dovuti essere corretti in sede di editing. E mi fanno anche
arrabbiare: si fa pelo e contropelo ai self che dimenticano una
virgola e poi troviamo errori così grossolani in un romanzo edito da
CE?
Ora
mi calmo, bevo una tisanina rilassante e vi dico: 4 arcobaleni.
Sono
stata fino all'ultimo indecisa su quanti arcobaleni dare: 4 e mezzo o
solo 4? La questione del POV e del tempo mi innervosiva, ma mi dicevo
che non è colpa dell'autore se altri non hanno fatto il loro lavoro.
Eppure io valuto il romanzo nel suo insieme. Ho letto il romanzo
“ufficiale”, non una bozza non corretta dall'editore. E quindi 4
arcobaleni sia, anche se la tisana rilassante non sta facendo molto
effetto...
–
L’amore
non ha paletti, caro, e nemmeno un sesso.
Pinkie